Il settore fintech italiano ha subito una trasformazione significativa negli ultimi anni, come evidenziato nell’ultimo report della Banca d’Italia dello scorso maggio. I dati infatti mostrano una crescita impressionante nei contratti tra banche e imprese fintech, passati da 330 a 470 dal 2021 al 31 dicembre scorso, con un controvalore superiore al miliardo di euro, rispetto ai 200 milioni del 2021.
Michelangelo Bottesini, presidente di ItaliaFintech, ha sottolineato all’interno di un’intervista al Corriere della Sera che, nonostante la crescita, l’investimento complessivo rimane basso rispetto al potenziale del settore. ItaliaFintech, l’associazione di categoria con oltre 40 aziende partecipanti, riporta che al momento gli investimenti totali nei progetti fintech ammontano a 1,9 miliardi di euro. Tuttavia, si nota un rallentamento nel numero di nuovi progetti, attribuibile a una maggiore selettività degli intermediari e a un generale rallentamento economico.
Le aziende fintech sono cruciali per le banche italiane, dato che migliorano la velocità di risposta alle richieste di mercato e accelerano il processo di innovazione, aumentando la credibilità del settore. I tassi di default sono in linea con il periodo pre-Covid, dimostrando l’efficacia dei sistemi di valutazione. Nonostante i progressi, le fintech italiane devono ancora ottenere un ruolo più centrale nell’architettura sistemica. Bottesini nell’intervista evidenzia anche l’importanza delle Sandbox Regolamentari, create nel 2021 e attualmente in revisione dal Mef, per testare le tecnologie in un ambiente controllato. Il presidente di ItaliaFintech propone quindi una semplificazione dei requisiti di ingresso per rendere le Sandbox più efficienti, mantenendo comunque sotto controllo i rischi e le normative.
Inoltre, Bottesini sostiene la necessità di estendere l’esperimento della Sandbox all’intelligenza artificiale, settore con grande potenziale nel mondo del credito. Una proposta di legge mira a creare uno spazio normativo dedicato all’AI, seguendo l’esempio della Spagna che ha già implementato una Sandbox per connettere operatori e regolatori. Un altro punto chiave è l’attuazione del regolamento Micar sulle cripto-attività. Bottesini avverte che un processo autorizzativo troppo oneroso potrebbe spingere gli operatori verso altre giurisdizioni europee, suggerendo la necessità di un approccio bilanciato per evitare la fuga di competenze dal paese.
In conclusione, il settore fintech in Italia sta crescendo e maturando, giocando un ruolo sempre più rilevante nel sistema bancario. Tuttavia, per sfruttare appieno il suo potenziale, è necessario adottare politiche che facilitino l’innovazione e l’integrazione delle nuove tecnologie, mantenendo al contempo un solido controllo normativo.